Aviè - Porto addosso l’impronta dorata di una mano di donna.
Aviè.
Aviè - In un gesto semplice e deciso.
Aviè - Il bambino sognerà di giocare nel sole.
Aviè - Lo stesso sole che colore d'oro i grappoli del Moscato.
Aviè - Che colora d'oro i grappoli.
Aviè - Che colora d'oro i grappoli.

Avié

Porto addosso l’impronta dorata di una mano di donna. E’ la carezza di chi mi ha visto crescere. Una promessa che si rinnova ad ogni vendemmia. Mani che si stringono in un gesto semplice e deciso che fa rispettare i patti. Mani che si sfiorano e fremono i giovani sguardi. Avié nella lingua dei saggi vuol dire veglia. Era l’incontro nelle stalle tiepide del fiato degli animali. Si lasciavano fuori il freddo e i “sagrin”, le preoccupazioni e i fastidi. La gente non affidava la visione del mondo alle scatole magiche con telecomandi. I vecchi raccontavano spicchi di vita e favole sinuose. Ai bambini bastava il gioco delle ombre. Oggi la chiamano tradizione. Allora era vita. Conoscersi, parlare, saper ascoltare gli altri. E io mi porto addosso il gusto di quel tempo che rispettava il tempo. Un sapore semplice e ricco di cose buone e vere,da assaporare ad occhi chiusi, come il bambino che, cullato dalle parole dei grandi, sente il sonno arrivare e sognerà di giocare nel sole. Lo stesso sole che colora d’oro i grappoli del moscato. I migliori mi faranno da culla. Serve tempo per vedermi nascere. Ogni anno quella mano tornerà a lasciare l’impronta, per capire e capirmi.